Le frequenze utilizzate per effettuare chiamate

Le frequenze utilizzate per effettuare chiamate

Nel momento in cui si effettua una chiamata, attualmente (tralasciando il 5G, ancora in fase di evoluzione) sono tre le generazioni di segnale che si possono utilizzare: il segnale 2G (900/1800 MHz), il segnale 3G (2100 MHz) e il segnale 4G (800/2600 MHz).

La tecnologia 3G è in fase di completa dismissione: Vodafone ha già dismesso completamente le torri di trasmissione di segnale 3G, gli altri operatori stanno procedendo in tal senso e hanno fissato come data di scadenza per la dismissione la fine del 2022.

A questo punto, rimangono due le generazioni di segnale delle chiamate utilizzabili, la tecnologia 2G e 4G.

Ma qual è la differenza tra l'effettuare una chiamata in 2G ed effettuare una chiamata in 4G? Quando è possibile chiamare in 2G e quando in 4G? In questo blog proveremo a chiarire definitivamente la differenza tra queste due tipologie di segnale, sotto tutti i diversi aspetti.

 

    1. Chiamate in 2G: minore qualità ma copertura totale da parte di tutti gli operatori
    2. Chiamate in 4G: qualità maggiore ma limitata a pochi operatori

 

1. Chiamate 2G: minore qualità ma copertura totale da parte di tutti gli operatori

La generazione di segnale delle chiamate per eccellenza riguarda la generazione 2G (900/1800 MHz): è la principale generazione utilizzata per effettuare una chiamata (EDGE), risulta ancora la tecnologia più utilizzata a tal scopo e permette il suo utilizzo con tutti gli operatori telefonici presenti sul territorio italiano.

Tramite la tecnologia 2G, è possibile effettuare una chiamata con qualunque operatore telefonico, reale (Wind3, Tim, Vodafone e Iliad) e virtuale (Kena Mobile, Fastweb, ho. Mobile ecc.). La differenza con una chiamata in 4G riguarda la qualità della stessa: una chiamata in 2G presenta una minor qualità, che coincide con la possibilità di percepire rumori di sottofondo, durante la chiamata, o di un maggior tempo di attesa dal momento in cui si effettua una chiamata al primo squillo.

La comodità di una chiamata in 2G è la stabilità: le frequenze utilizzate per tale generazione sono le più stabili, non a caso si utilizza il 2G come supporto alla tecnologia 5G oltre che per apparecchiature di assistenza (per gli anziani, ad esempio) e di allarme.

 

2. Chiamate in 4G: qualità maggiore ma limitata a pochi operatori

Negli ultimi anni si è sviluppata la possibilità, per alcuni operatori telefonici, di effettuare chiamate in 4G (800/2600 MHz), tramite la modalità VoLTE (Voice over LTE): come detto, la differenza rispetto alla generazione 2G sta innanzitutto nella qualità della chiamata: tramite la modalità VoLTE la chiamata risulterà più “pulita”, non si percepiranno rumori di sottofondo (qualità audio isolata dai rumori circostanti) e il tempo che intercorre dal momento in cui si effettua una chiamata al primo squillo è quasi impercettibile. Si tratta dunque di una chiamata in alta definizione.

Come accennato, purtroppo non tutti i gestori presentano questa possibilità, e l’effettuazione di una chiamata in 4G attualmente si limita a pochi operatori: Wind3, Vodafone, Tim e ho. Mobile.

 

Per riassumere, in base all’operatore telefonico a cui si è interessati si determina la generazione con la quale si effettuerà una chiamata, tenendo presente che questo requisito riguarda solamente chi effettua/riceve una chiamata: ad esempio, se si è clienti di Vodafone, e si può quindi chiamare in 4G VoLTE, questo sarà possibile anche nel momento in cui chi riceve la chiamata non è abilitato alla modalità VoLTE (e quindi se ad esempio chi riceve la chiamata è cliente Kena Mobile). Semplicemente, chi riceve la chiamata, la riceverà in 2G (se non abilitato al VoLTE).

Augurandoci di aver chiarito (almeno in gran parte) la duplice alternativa nell’effettuazione di una chiamata, rimaniamo ovviamente a disposizione per qualunque dubbio o chiarimento in merito all’argomento.

Contattaci per saperne di più e per ricevere un’offerta personalizzata, saremo lieti di aiutarti!